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ID
78
IMMAGINE
TITOLO
Castello Aragonese
CORPO DEL MESSAGGIO
Ischia Ponte. Il Castello prese in origine il nome di Castrum Gironis: secondo alcuni dal nome di Gerone da Siracusa (cui è attribuito il primo insediamento risalente al V secolo a.C.), secondo altri dal "giro di mura" fortificate che circondava il l'isolotto di roccia trachitica.In epoca medioevale fu sempre indicato come Insula Minor per distinguerlo dall'Insula Major (l'Isola d'Ischia) che andava lentamente popolandosi. È a questo periodo che risale l'attuale cripta della Cattedrale dell'Assunta con i suoi pregevoli affreschi.difficoltà legate a questa decisione. Il disegno si completa il 20 ottobre 1913 con l'acquisizione, per 18.000 Lire, di tutti i terreni del Castello fino a quel momento nelle proprietà dell'Orfanotrofio Militare di Napoli. L'avvocato ne fa a quel punto la propria residenza e comincia una lunga serie di restauri di tutti quei cespiti e ruderi storici sopravvissuti alle distruzioni e all'incuria del recente passato. 1967 Lo Stato e, in particolare, l'allora Ministero della Pubblica Istruzione, impone nel 1967 all'intero Castello un vincolo di inedificabilità assoluta in quanto monumento nazionale. Con la morte dell'Avv. Mattera, di sua moglie Anna e di uno dei suoi figli, Giovan Giuseppe, il Castello rimane nelle mani dei restanti figli Antonio, Gabriele e Nicola Rosario. Nicola Rosario vende subito la parte di sua proprietà, il Maschio, ad una società napoletana. 1970-2000 Gabriele (1929-2005) con sua moglie Karin e Antonio (1927-2013), dedicano con passione la propria vita all'opera di riqualificazione del maniero, promuovendo e realizzando restauri e manifestazioni culturali. Negli anni dal 1965 al 2003 si assiste alla vera rinascita del Castello: da ammasso di ruderi invasi da rovi, il Castello ritrova, anno dopo anno, la sua dignità architettonica, pur conservando il fascino romantico dei segni della storia; i restauri sono condotti con grande sensibilità e gusto, tenendo sempre fede al metodo della "mano leggera" che preservi la patina del Tempo e lo Spirito del Luogo. In questi anni i restauri si susseguono con ritmo incessante, garantendo dalla fine degli anni '90 l'apertura al pubblico della massima parte del Castello.enormi tant'è che il Castello dopo un'eroica resistenza è costretto a cedere. I soldati borbonici occupano per qualche giorno il Castello e poi inspiegabilmente lo abbandonano nuovamente. Quegli aspri attacchi servono solo a ridurre il Castello ad un cumulo di macerie. Con l'editto di secolarizzazione di Gioacchino Murat del 7 Agosto 1809 anche le superstiti 16 monache Clarisse sono costrette ad abbandonare il Castello. Nel 1817 la Fortezza, non essendo più in grado di rivestire funzioni difensive per le sue precarie condizioni, viene adibita a residenza per i vecchi soldati in pensione. Nel 1823 Ferdinando I trasforma il Castello in luogo di pena per gli ergastolani e nel 1825 il figlio Francesco I ne fa addirittura un carcere per reati comuni. Nel 1851 il carcere viene trasformato in luogo di pena per i condannati politici tra cui Michele Pironti, Carlo Poerio, Nicola Nisco, Silvio Spaventa e altri che si sono opposti al potere dei Borbone. Con l'entrata di Garibaldi a Napoli nel 1860 il carcere politico viene soppresso e Ischia si unisce al Regno d'Italia. Gli edifici del Castello entrano a far parte del patrimonio del Demanio e i terreni coltivabili vengono affidati all'Orfanotrofio militare perché ne faccia l'uso migliore.
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